Le grandi istituzioni davanti al baratro dell’”exit”. La risposta? Piattaformizzarsi
Tesi. La piattaformazione delle istituzioni: un percorso ineludibile
Le grandi istituzioni politiche, economiche, sociali pensate e cresciute nel secolo (nel millennio) scorso sono tutte alle prese con lo stesso problema che Brexit ha evidenziato per quella forse più simbolicamente rappresentativa, la Comunità Europea.
Facciamo il caso nostrano di Confindustria, che sta assistendo ad una lenta ma apparentemente inarrestabile erosione del consenso da parte degli Associati determinante processi di uscita dal sistema confindustriale. Non staremo a ripetere qui quanto, almeno a partire dal 3 aprile 2016 (data della famosa puntata di Report dedicata alla questione) è stato scritto sulle cause di questa crisi: costi eccessivi per servizi non all’altezza, scarsa rappresentatività del Paese reale, poca trasparenza, meritocrazia inesistente, eccetera.
Non entro dunque nel merito di questi rilievi. Credo comunque che, volendo passare dalla pars destruens alla pars costruens, la strada che si dovrà ineluttabilmente percorrere per ridare slancio e significato all’azione confindustriale è di ripensare radicalmente il ruolo di questa istituzione. Non più organo burocratico, paternalistico, totalmente incentrato su un rapporto top-down con gli associati considerati come soggetti in stato di perenne minorità (in particolare per quanto riguarda i piccoli imprenditori), ma piattaforma abilitante l’emersione, la valorizzazione e lo scambio di competenze ed eccellenze del made in Italy, a partire dall’ambito dello Smart Manifacturing.
Ne parlavamo con Cosimo Accoto qualche tempo fa. Il modello di riferimento sono le grandi realtà “disruptive” che stanno modificando gli assetti socio-economici mondiali: Apple, Google, Amazon, Uber, Airbnb. La forza di queste realtà non consiste nel produrre direttamente prodotti o servizi (Facebook è la più grande azienda mondiale di comunicazione ma non produce nessuna informazione, lo fanno gli iscritti al social network; Apple ha determinato la cosiddetta “appizzazione” dell’economia ma non produce nemmeno una app; Airbnb è oggi la più importante realtà mondiale nell’accoglienza, superando le grandi catene alberghiere per fatturato, ma non possiede nemmeno una camera; ecc): consiste nella capacità di porsi quali abilitatrici estremamente efficienti di conversazioni fra coloro che utilizzano (offrendo o cercando prodotti o servizi) la piattaforma, generando valore in termini economici, ma anche di conoscenza, reputazione, innovazione.
Lo stesso dovrebbe fare Confindustria: diventare la grande community dell’innovazione eccellente, attualizzando il concetto olivettiano di Comunità: attualizzazione oggi resa possibile grazie alle nuove tecnologie web based. Il nuovo Rinascimento Italiano non può che essere un Rinascimento Digitale, Social, Collaborativo che ha al suo centro la valorizzazione delle persone (gli Imprenditori), la loro Intelligenza Collaborativa e soprattutto l’interazione innovativa fra di loro. L’obiettivo del Presidente di Confindustria dovrebbe essere quello di diventare il più influente ed importante Community Manager d’Italia.
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eccellente diagnosi della crisi di un modello istituzionale difficilmente riforma(tta)bile e una sintesi forse praticabile bottom up piuttosto che top down, sempreché i gestori dell’istituzione ascoltino, comprendano e consentano l’innovazione organizzativa senza considerarla un vulnus alla tradizione, quando invece questo è forse l’unico modo per ridarle senso