L’impresa come Mondo Vitale. Una Conversazione con Alessandra Benevolo (Ipsen Italy), Cristina Danelatos (Gruppo Montenegro), Sonia Malaspina (Danone Italia), Simona Raimondi (Guna Spa), Pino Varchetta (Ariele).
Ed eccoci arrivati all’ultimo appunto con Open Mood, la ricerca che ha messo a fuoco 5 fattori dell’Open Manager, intendendo per fattori un insieme originale di competenze, comportamenti e atteggiamenti che definiscono le caratteristiche del nuovo approccio manageriale. Oggi analizziamo il quinto fattore: l’EVOLUTION DRIVE.
Questo fattore, ci ha spiegato Paolo Bruttini, coordinatore della ricerca, inquadra il comportamento di un manager che ha un forte orientamento a elaborare l’esperienza fatta, a mettersi in discussione e a imparare da essa, specie dagli errori fatti. Un manager, dunque che dà valore non solo al cambiamento necessario per adattarsi al contesto, ma anche all’apprendimento, ovvero a una revisione cognitiva ed emotiva degli schemi che si considerano efficaci e di successo.
Si tratta del passaggio che Carole Dweck (2006) definisce dal Fixed mindset al Growth mindset: ovvero un’attitudine a considerare l’evoluzione come una dimensione fondamentale della persona nella sua complessità. In questa prospettiva sa di trovarsi in uno stato di equilibrio temporaneo, accettando che è importante avere un “drive” (una motivazione) a continuare a evolvere per trovare nuovi stati di equilibrio.
Il cluster chiamato Evolution Drive, dunque, si caratterizza per 3 competenze.
La prima competenza è apprendimento dagli errori che è la capacità e attitudine a organizzare eventi periodici di retrospettiva con il team, per verificare l’efficacia delle attività svolte, riflettere sugli aspetti critici. Ciò consente di ricostruire il percorso fatto, le decisioni adottate, valorizzare le buone pratiche e imparare da ciò che non ha funzionato.
La seconda competenza riguarda la capacità del manager di svolgere un’elaborazione equilibrata ovvero analizzare oggettivamente tutti i dati rilevanti prima di pervenire ad una decisione. Realizza questa attività con propensione critica anche sulle sue opinioni, senza indulgere nella protezione del suo ruolo.
La terza e ultima competenza è facilitazione apprendimento ovvero la tendenza a promuovere i processi apprendimento nel team, seguendo con gradualità i processi di cambiamento individuale, stimolandoli con azioni specifiche.
Ne parliamo con Alessandra Benevolo (HR Director Ipsen Italy & HR Cluster Head South Europe), Cristina Danelatos (Chief People & Digital Officer Gruppo Montenegro), Sonia Malaspina, (HR Director Italy & Greece & Board Member Danone Italia), Simona Raimondi (Human Resources Director Guna Spa),P ino Varchetta (past president Ariele).
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