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Wislawa Szymborska: dalla prosa del taylorismo alla nuova poesia manageriale
Nel giorno in cui tutto il mondo piange la scomparsa di Wislawa Szymborska, ho pubblicato un post su NOVA100 per ricordare come la sua poesia può aiutarci anche a passare ad una nuova visione manageriale. Se è la creatività, l’innovazione, il coraggio di svelare le ipocrisie dell’organizzazione presente per edificarne una più forte e rivolta al futuro, fondata su trasparenza, fiducia e attenzione reciproca dell’uno per l’altro, ovvero convivialità; se è questo ciò che serve, l’immissione di dosi massicce di poesia in azienda diviene l’unica salvezza.
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Sarebbe bello dedicare,in azienda, un’ora alla settimana alla Poesia, ma questo cambierebbe la relazione sociale, da rigida e razionalizzata in umana, empatica, condivisa? Forse abbiamo bisogno di uscire dall’aridità dell’input e dell’autput, dalla tirannia dell’”obiettivo”.
Lo spostamento della società da “massa” alla realtà “singolare” renderà ciascuno di noi più umani? L’umanitè: che cosa è? Dov’è? C’è qualcuno che può darcela o dobbiamo scoprirla da noi? E quale è il mare entro cui nuotare per trovarla? Io un’idea ce l’avrei……….I poeti a questo punto potrebbero aiutarci a scoprire la bellezza dentro ciascuno di noi, se non li leggessimo soltanto per un fine estetico.
Perchè siamo belli, siamo il canto,…..Si tratta soltanto di scorticarci un poco, fino a sanguinare. per vedere quello che c’è al fondo.
Andavo a scuola
Nella mia scuola
c’eravamo io, i compagni, l’insegnante e la lavagna
adesso tante cose son cambiate
è importante aprirsi al contesto
ma il territorio è prepotente
ed entra con la forza della sua ricchezza
allora conviene buttarlo fuori e continuare
col programma come allora.
Nella scuola oggi si parla di identità e di opportunità
di offerta formativa e di modelli organizzativi
che lasciano intendere un’istruzione speciale
tecnica e professionale
di rispetto di status sociale
che richiedono un più alto profilo
di moderne competenze.
Saper comunicare e mettersi in relazione
sembra siano cose importanti da studiare a tavolino
con il contributo della televisione.
Ma non dimenticare che non si tratta di insegnamento
ma di puro e semplice apprendimento.
Non è più l’approccio tradizionale
ma prospettiva da management
più che sui contenuti mette l’accento
sui modelli e sull’organizzazione
per dirla in una parola
sul governament,
ove tutto deve essere strategico e virtuoso
attento alle realtà dei più deboli:
ossia a coloro
che nonostante i recuperi e i sostegni
nelle tabelle finali sono scritti in rosso
e sono molti.
Tutto questo si chiama rinnovamento
anche perché ci sono
attività complementari
con cui aumentare il tempo scuola
e realizzare a pieno la missione.
Eppure in tanta abbondanza di parole
gli insegnanti comunicano a monosillabi
e per paura di confondere
il congiuntivo con il condizionale
parlano soltanto al presente impersonale.
È l’esempio tangibile del cambiamento della scuola d’oggi.
Se poi l’insegnante ai suoi alunni vuol parlare con il cuore
nell’inconscia sonnolenza del mito affettivo
e sublimare il sentimento
a scapito della qualità dell’insegnamento
esprime emozione
ma col sacrificio della nozione.
La foga dell’amore
consuma il parlare nel gergo locale.
Per un genitore mandare il figlio a scuola significa
apprendere i cambiamenti ministeriali
che mutano con il cambio dei ministri,
in modo da capire che non si tratta del figlio
ma della scuola
che ha rinnovato le parole.
Ma il genitore alla fine è contento
perché della grammatica e della matematica
non gliene frega niente
e neanche della logica complessa
che insegni a ragionare e a capire.
119Anche egli è stato scarso in queste discipline,
eppure un posto lo ha trovato
diventando professionista a fare vetrine.
Preferisce che il figlio sappia suonare il flauto e cantare
per vederlo un giorno nella rete
applaudito ed acclamato.
Da “La vita dell’essenza sfiorata dall’ombra” di mela mondì sanò ed Albatros il filo anno 2011