Le aree d’intervento dello Humanistic Management x.0
Sono molte le aree in cui il rinnovamento delle organizzazioni pubbliche e private oggi è particolarmente urgente, possibilmente con un approccio coordinato.
Area Change Management
La social organization (Bradley e McDonald, 2011) è un nuovo modo di fare impresa che consente ad un vasto numero di persone di lavorare collettivamente valorizzando le singole riserve di competenza, talento, creatività ed energia.
La creazione di valore sociale passa attraverso la capacità di generare la cosiddetta mass collaboration, sfruttando le enormi potenzialità dei social media, attraverso l’istituzione di community collaborative, che vivano tuttavia anche “offline” Parliamo dunque del prodotto dell’interazione di tre fattori: i social media, le community e la “purpose”, la proposizione di valore.
In sintesi: la community definisce chi collabora. Il social media dove collabora. La proposta di valore perché collabora. Semplice no? Ma maledettamente difficile da mettere in pratica. Per questo è essenziale prima di tutto avere un modello operativo e cognitivo che definisca l’assetto dell’impresa rispetto alla sua trasformazione in social organization, fondata su:
- l’apertura dei confini dell’organizzazione. All’interno per abbattere le divisioni funzionali; verso l’esterno per coinvolgere attori quali clienti, partner e fornitori;
- la creazione diffusa e partecipativa (co-creation) di contenuti e conoscenza;
- la collaborazione tra le persone indipendentemente da gerarchie e schemi organizzativi predefiniti, basata sulla fiducia reciproca e scambio metadisciplinare;
- l’approccio non riduzionistico alla complessità, basato su velocità e flessibilità nel cambiamento continuo di ruoli, processi di lavoro e sistemi informativi;
- la convivialità centrata sulla valorizzazione delle community virtuali indipendentemente dalla localizzazione fisica e dagli orari di lavoro, coniugata ad una diffusa “socialità offline”;
- uno stile di leadership convocativo;
- una visione etica forte e coerentemente agita.
Il modello dello Humanistic management 2.0 si sviluppa lungo due direttrici: dodici fattori-chiave e quattro Stadi o Livelli di Sviluppo Organizzativo
I fattori presi in esame sono:
Gli stadi o livelli di sviluppo organizzativo considerati sono:
1.Gerarchia/Burocrazia: caratterizzato da un uso sporadico, mirato e direttivo delle community
2.Comunità emergenti: caratterizzato dalla presenza di qualche progetto pilota che sperimenta l’adozione di strumenti e processi social e dallo sforzo di capire le opportunità che una filosofia di management 2.0 può offrire all’organizzazione
3.Comunità diffuse: caratterizzato da un programma dedicato per lo sviluppo di community ben definite, dai ruoli strutturati, mirate a specifici obiettivi aziendali, con parametri per la misurazione della loro efficienza/efficacia
4.Rete: caratterizzato da una strategia corporate guidata da concetti di apertura dei confini organizzativi, co-generazione di valore, trasformazione delle famiglie professionali in learning community.
Possibili usi del modello:
Come framework per l’individuazione del posizionamento dell’organizzazione nel suo complesso e di specifiche business unit rispetto a logiche/processi di management x.0
Come strumento per l’avvio di gap analysis su uno o più dei fattori considerati
Come bussola per favorire un riallineamento di processi e metodi di lavoro
Come roadmap per un processo di sviluppo evolutivo (a livello macro e/o micro)
Come modalità per organizzare le attività training, comunicazione, gestione hr, social innovation
Come base per ordinare le community interne/esterne e identificare la necessità di costruirne di nuove (eventualmente anche abolendo quelle che non funzionano).
Area Formazione e Knowledge Management
Le tradizionali famiglie professionali devono diventare community di persone in grado di programmare e realizzare il proprio autosviluppo, diffondere esperienze e best practices all’interno, acquisire competenze innovative dall’esterno. Si tratta di integrare la logica tradizionale del corso d’aula e degli incontri face-to-face con linguaggi e modalità più interattivi e virtuali, ad esempio attraverso la costituzione di learning communities basate anche sulla realizzazione di sistemi di comunicazione 2.0, transmediali e pluricanale.
Il Progetto Alice Postmoderna propone un format di education 2.0 che va in questa direzione.
Il modello dei concorsi per idee online proposti su una piattaforma specializzata, integrata da barcamp offline, eventi “fisici” e comunicazione sui social network, come nel caso di ideatre60, fornisce un benchmark di come operare non solo a favore dei talenti esterni all’impresa, ma anche e soprattutto per valorizzare le persone che si trovano all’interno dell’organizzazione.
Il ripensamento delle logiche organizzative e dei sistemi gestionali al fine di generare maggiore creatività è un altro aspetto cruciale: la ricerca-intervento realizzata per la Divisione periodici di una importante casa editrice italiana è un esempio di come sia possibile operare processi di change management ispirati allo Humanistic Management.
Va infine citato il fenomeno della Gamification – per citare il report di Bunchball da cui il termine ha tratto origine – consiste nell’applicazione e nell’integrazione delle dinamiche e delle meccaniche ludiche all’interno di un sito o di una community al fine di aumentare partecipazione e coinvolgimento degli utenti. In realtà – come ha osservato Stefano Besana in una conversazione pubblicata su Le Aziende InVisibili - il fenomeno è un po’ più complesso.
“È bene non considerare la Gamification come l’ultimo trend passeggero ma come una vera e propria industria che muove miliardi di dollari e che ci riguarda da molto vicino. A livello di apprendimento la storia ci insegna che il gioco è sempre stato una delle modalità maggiormente esplorate e riconosciute e l’applicazione dei serious game ai contesti formativi vanta una storia consolidata. Con la Gamification (sarebbe meglio dire il Gameful Design, come vogliono i puristi) si tenta di evolvere il tutto verso modalità maggiormente partecipative e ‘ingaggianti’ per gli utenti. Sono parecchi gli esempi di casi di successo e di ottime realizzazioni che hanno portato risultati significativi. Tanto per citare qualche esempio interessante:
- Nitro + Jive che hanno integrato in una intranet 2.0 una serie di missioni in cui gli utenti vengono premiati con punti e badge finalizzati ad aumentare la competizione;
- Gifgaff spread/recruiting: un meccanismo che incentiva i dipendenti a ricercare nuovi clienti e a promuovere l’azienda. I migliori sono premiati con denaro reale e punti virtuali;
- Plantville di Siemens, che mira a formare la prossima generazione di Plant Manager.
O ancora:
- MyStarbucksIdea che valorizza la collaborazione e la partecipazione di tutti (dipendenti e consumatori) all’innovazione e alla generazione di idee, le migliori vengono adottate dal brand e realizzate”.
Area Comunicazione
La natura conversazionale assunta dalle relazioni nei mercati è la medesima che deve essere sviluppata all’interno delle aziende. Ma agli investimenti che ormai tutte le organizzazioni stanno facendo in termini di CRM, marketing 2.0, social networking, quasi mai corrisponde un medesimo impegno rispetto alle dinamiche interne all’azienda. Si tratta quindi di rinnovare strumenti, modalità e linguaggi costruendo processi di comunicazione rivolti coerentemente a target esterni e interni.
Biblioteca Agip, Hamlet, i romanzi collettivi Le Aziende InVisibili (con il relativo blog) e La Mente InVisibile, il progetto Web Opera, il Portale MyEni, il social media ideaTRE60, sono esempi di come nel corso del tempo, attraverso un approccio ispirato allo Humanistic Management e nello stesso tempo alle nuove tecnologie della comunicazione, sia stato possibile sviluppare progetti anche complessi di innovazione dei linguaggi e dei contenuti.
Al centro di qualsiasi azione di Comunicazione 2.0 si pone comunque il Community Management, che può essere articolato:
1. all’interno dell’organizzazione, dove le community operano come hub collaborativo di interazione, relazione, comunicazione, formazione (Intranet 2.0, Corporate blog, Social network aziendali, Social Learning)
2. verso l’esterno dell’organizzazione, dove si sta affermando una nuova idea di marketing conversazionale che ha grande impatto anche sui processi interni (Social media monitoring, Brand Community, Social Innovation, CRM 4.0)
3. sui processi di innovazione, in cui le community sono il luogo di crescita della condivisione delle conoscenze e dell’innovazione partecipata (Innovation Lab, Knowledge creation management, Academy 4.0).
Area Sostenibilità e Social Innovation
La Responsabilità sociale d’impresa deve trovare messaggi, modalità e strumenti di dialogo con stakeholder interni e/o esterni diversi da quelli tradizionali, ormai insufficienti.
ideaTRE60, il social media creato per Fondazione Accenture, è l’esempio più recente di applicazione pratica di Humanistic Management 4.0 . Una piattaforma dedicata all’innovazione di utilità sociale, in cui la finalità etica si incrocia con l’utilizzo delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Intelligenza collettiva per un mondo vitale, come recita il payoff originale.
Per informazioni e richiesta di collaborazioni scrivere a: minghetti.m@gmail.com
MarcoMinghetti.com
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